Gli edifici abbandonati sono vuoti, pieni, grandi, piccoli, silenziosi, umidi, freddi, spogli, rovinati, affrescati; gli edifici
abbandonati sono emozioni che ti assalgono, per un calendario appeso, per una giacca lasciata sul piolo, per una ruota dentata
ormai inutile e arrugginita, per la vastità di un fabbrica, per i cartelli che avvertono di un pericolo ormai cessato, ma ancora
esistente, per le nude celle finalmente e per sempre aperte e vuote, per un germoglio di pianta che vuole crescere nonostante tutto;
gli edifici abbandonati sono contenitori di ricordi e di polvere che avvicinano alla bellezza più pura, quella inutile.
Vi entro da anni, da tanti anni, con la macchina fotografica, per provare a rendere in immagini queste emozioni e a trasmetterle ad
altri, ma la magia di questi luoghi, talvolta perfino dolorosa, è ben difficile da afferrare.
La scintilla che ha acceso questa passione è nata nel 1975 quando partecipai alla realizazione della mostra "Rapporti al'Ostiense", la cui genesi è descritta nella voce del menu "Materiali - Rapporti all'Ostiense".
Alcuni degli elementi esposti nella mostra furono prelevati da una ex industria chimica. Era la prima volta che esploravo una fabbrica abbandonata; era immensa, silenziosa e triste. Entravamo timorosi nei numerosi edifici che la costituivano; le pareti e gli oggetti presenti recavano tracce evidenti di corrosione e quando uscivamo era con un senso di sollievo.
Negli anni successivi continuai a fotografare gli edifici abbandonati che mi capitava di incontrare.
Con l'arrivo di internet realizzai nel 1988 il sito "Desolation". Presentava le foto e la storia di
alcuni luoghi suggestivi che avevo visitato (il paese abbandonato di Postignano, quello sommerso dalle acque della diga di Vagli, e altro).
In quegli anni esistevano pochi siti dedicati agli abbandoni, qualcuno in America, meno in Europa e praticamente nessuno in Italia.
Anni dopo, nel 2005 creai il sito "Edifici Abbandonati" dove oltre a notizie bibliografiche e cinematografiche sugli abbandoni erano
esposte le fotografie che mi venivano inviate da altri fotografi che lavoravano sullo stesso argomento.
Con la crescita del numero di utenti in internet, altri siti personali trovarono posto nel web, e moltissime fotografie furono ospitate nel sito Flickr.
Purtroppo questo proliferare di visitatori, più amanti dell'esplorazione che della conservazione, e il conseguente passaparola ha finito per attirare involontariamente sui luoghi
l'interesse di giocatori di soft air, taggisti, writers, o semplici vandali, che con la loro attività finivano spesso per deturpare edifici che fino ad
allora avevano resistito imperterriti al trascorre del tempo.
In questo sito è esposto un campionario della mia attività' di fotografo di abbandoni,
sia con foto analogiche stampate su diversi tipi di materiali , spesso colorate a mano o virate,
sia con foto digitali più o meno elaborate tramite programmi grafici.
Mi auguro vi possano piacere.