Gentile utente,
ho voluto omettere dal mio profilo i dati anagrafici ed il curriculum e
focalizzare, invece, la tua attenzione sui motivi che alimentano la mia
passione per una attivita' da molti considerata quantomeno singolare.
Il mio interesse per gli edifici abbandonati nasce da bambino, quando,
insieme ai coetanei del quartiere, iniziai ad esplorare di notte un paio
di villette isolate site al limitare di una pineta; un suggestivo set per
il nostro infantile e fantasioso film horror ed una sorta di iniziazione
tribale .
Grazie a Sandro e a Maurizio, entrambi amici fraterni, l'archeologia
industriale trascese l'aspetto puramente avventuroso per diventare una
passione adulta, rivolta tanto all'architettura ed alla storia dei siti
che con loro iniziai a visitare, che alla vita che puntualmente ho
percepito radicata ad una macchina industriale, ad un oggetto, alle opere
murarie di quelli che si possono considerare veri e propri monumenti
decaduti dell'era moderna e che si svela a chi vi si accosta con rispetto
ed empatia.
Ho sempre considerato il Tempo quale unico Signore dell'essere umano e
per questo la sua opera su strutture che fino a poco prima potevano
apparire eterne, rappresenta per me un'ulteriore forte richiamo, che sia
rappresentata dalla ruggine che instancabilmente continua a lavorare in
assenza dell'uomo o dalla vegetazione che rapidamente si riappropria di
spazi dalla quale era esclusa.
Circa 10 anni or sono ho maturato il desiderio di trasmettere attraverso
la fotografia, arte sino ad allora da me trascurata, le emozioni che
l'
"esplorazione urbana" mi riserva e le testimonianze di storie destinate a
destinate a divenire preda dell' oblio.
Ringrazio sinceramente, per aver alimentato la mia passione, oltre che
Sandro e Maurizio, anche tutti gli iscritti al forum LostItaly, con i
quali ho intrattenuto profondi scambi culturali e con i quali si e'
instaurata un' amicizia che travalica i limiti del tempo e delle distanze.
Non mi resta che augurarti una buona visione sperando che qualcuna delle
immagini che ho scelto riesca ad evocare le emozioni provate nel
catturarle.
Enrico Andreoli